Sul Vino
di Jamie Goode
In brevi e concisi capitoli affronta alcune delle questioni chiave del mondo del vino. Una raccolta di 42 brevi saggi che indagano numerosi aspetti dell’enologia, della viticoltura, del consumo, degli stili, delle problematiche, del mercato: Il vino ha bisogno di parole; Qual’è il critico ideale? Usiamo troppo il concetto di terroir? Giudicare il vino; Alcuni vini non hanno bisogno della critica; Abbiamo bisogno di nuove varietà? La scrittura del vino; La critica enologica e l’AI; La valutazione professionale del vino è obiettiva?
Dall’unione di profondo amore per il vino, una mentalità scientifica e un interesse per tutti gli aspetti di come il vino viene prodotto, venduto e percepito, Goode esplora ampiamente con una mente aperta questo affascinante mondo.
Il libro è inoltre illustrato con fotografie artistiche in bianco e nero dello stesso autore.
Prezzo
16,00€
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,330 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 × 1,7 cm |
ISBN | 978-88-31286-17-6 |
Pagine: | 196 |
Allestimento | brossura fresata con copertina flessibile |
Recensioni
«Il vino è una cosa semplice. Basta saperlo spiegare. Ecco, Jamie Goode sa farlo. Con quel piglio “tutto british” l’autore non ricorre alla sola logica della narrazione, ma si dedica alla didattica senza eccesso di tecnicismi. Si salta con leggerezza e curiosità da un capitolo all’altro a seconda dei desideri o delle necessità. Un libro sul vino che dà del tu al lettore. Senza mai salire in cattedra.».
«Come una grande compilation di un artista, “Sul Vino” di Jamie Goode, nelle sue 42 “tracce” esplora con uno stile puntuale, ma accessibile, alcuni dei problemi chiave nell’universo vino. Un testo che coniuga con efficacia la conoscenza scientifica con la narrazione coinvolgente, rendendo il libro una lettura preziosa non solo per gli “esperti” del vino, ma anche per chi è interessato alla cultura e alle dinamiche che lo circondano e abbia voglia di leggere il vino oltre il calice, come vera e propria esperienza sensoriale».
«Un florilegio di riflessioni, e risposte a domande solo apparentemente semplici, che hanno tuttavia il sempre pregevole merito di innestare il dubbio e disarcionare quanto diamo per scontato. Ne sortisce un approccio, quasi un metodo, caratterizzato da apertura mentale, fiducia nei confronti dell’uomo, della scienza e del futuro: un positivismo, quello di Jamie Goode, fatto di concretezza ed empatia, umiltà e ironia, di cui s’avverte la necessità ben al di fuori dei confini del vino contemporaneo».