Intrecci di vite
di Laure Gasparotto e Alain Graillot
Paragonato spesso ad una pianta durevole ma vulnerabile, dipendente dalle condizioni atmosferiche, il vignaiolo si differenzia da tutti i suoi contemporanei. Il suo mondo, diametralmente opposto a quello delle start-up, si costruisce giorno dopo giorno, lentamente e pazientemente. La caparbietà è l’unico motore che gli permette di procedere nel suo percorso: è grazie a questa caratteristica che egli, talvolta, diventa un supereroe.
Alain Graillot, famoso vignaiolo della valle del Rodano, ci offre l’opportunità di entrare nell’intimità di una ventina di “grandi” del mondo del vino.
Raymond Trollat, Jean-Louis Grippat, Auguste Clape nel Rodano, ma anche Michel Lafarge e Aubert de Villaine in Borgogna, Anselme Selosse nello Champagne, Jean-Michel Cazes nel Pauillac, Angelo Gaja in Italia, Alvaro Palacios in Spagna, Marie-Thérèse Chappaz nel cantone Vallese… si confidano ad uno di loro, Alain Graillot.
Ascoltando queste personalità umili, dal carattere e dalla determinazione eccezionali, si percepisce l’evoluzione di un mestiere che, in una società in cui regna la fretta, può sembrare anacronistico. Ma questa “tribù” di caparbi continua a combattere per la sua libertà e per il rispetto del tempo.
Prezzo
21,90€
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,260 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 × 1 cm |
ISBN | 978-88-31286-07-7 |
Pagine: | 176 |
Allestimento | brossura fresata con copertina flessibile |
Recensioni
«Realizzare un progetto di vita intorno alla vigna è una follia o una sorta di resilienza. È un progetto che nasce dalla necessità assoluta di produrre un piccolo capolavoro incerto, che ha come materia prima delle viti e della terra – una terra completamente dipendente dal clima e influenzata dalla sua composizione. È avere la pazienza e l’ostinazione per aspettare che il vino sia pronto, che sia degno del sogno, frutto della propria immaginazione e delle proprie competenze. Questo mestiere, che non è un mestiere, è quasi stregoneria».
«Queste storie narrano le vicende di persone determinate, un po’ solitarie e psicologicamente molto forti. Come succede per noi chef, il vino è il riflesso della personalità del vignaiolo, ovviamente, ma deve anche essere il riflesso della geografia e dell’anima della sua terra».
Pierre Gagnaire