Il linguaggio del vino
di Francesco Annibali
Il linguaggio del vino è il primo testo che analizza da un punto di vista semiotico la terminologia del vino e della degustazione
In che senso un vino profuma di ciliegia e riesco a comprendermi con il mio compagno di degustazione? Il termine “ciliegia” usato durante una degustazione possiede lo stesso significato di quando viene utilizzato nel linguaggio ordinario, oppure è implicitamente sottoposto a degli slittamenti e a delle riformulazioni? Il linguaggio della degustazione è insomma una semplice porzione del linguaggio ordinario, o è qualcosa di diverso? Non solo: cosa ci raccontano le etichette, le retro-etichette e le altre forme di comunicazione del produttore? Cosa significano termini ampiamente utilizzati come “terroir”, “minerale”, “industriale” e “naturale”?
Con il suo linguaggio liminale, il vino esprime quel senso altro e ulteriore che ci permette di uscire dalla banalità, dall’insignificanza, dall’indifferenza, per riuscire a significare l’indicibile: un talento unico e inarrivabile.
Alla pari del cinema, del teatro e di qualsiasi produzione culturale, il vino possiede, in realtà, un linguaggio proprio, attraverso il quale ci racconta storie, politiche, ideologie, sentimenti e interi sistemi culturali.
Il Linguaggio del vino è il primo testo che analizza in maniera rigorosa ma leggera la lingua della più grande bevanda mai creata dall’uomo.
Un libro che tutti i professionisti della formazione, dell’informazione, della promozione e, soprattutto, tutti gli appassionati devono assolutamente leggere.
Prezzo
19,00€
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,300 kg |
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Dimensioni | 15 × 21 × 1,4 cm |
ISBN | 978-88-31286-02-2 |
Pagine: | 172 |
Allestimento | brossura fresata con copertina flessibile |
Recensioni
«Francesco riesce nel difficile compito di smarcarsi dal racconto del vino che conosciamo tutti per affrontare la nostra bevanda preferita con gli occhi del semiologo, trasformandola così in un qualcosa capace di assumere significati ogni volta differenti.
Un libro fondamentale per imparare a guardare il vino in modo diverso, per riuscire a interpretare i tanti modi con cui questo si pone nei confronti dei suoi consumatori. Non solo: leggere le parole del vino, dopo, non sarà più lo stesso».
«Il vino ci parla – scrive l’autore. Già, ma in quale lingua, in quale codice? La risposta è in queste pagine, che colmano un vuoto nella saggistica sul tema rivelando i meccanismi di una comunicazione fatta di riflessi, sottotesti, riferimenti impliciti, indizi di origine e di identità celati sotto una semplice bellezza. È un flusso in cui il lettore-fruitore assume un ruolo da testimone più che uno da giudice; le pagine di Francesco Annibali rivelano allora come il messaggio del vino si componga di ancestrali lasciti di dignità e di senno che ci accompagnano anche se nelle nostre vite veloci non facciamo loro caso».