L’arte di bere
di Umberto Notari
introduzione di Simone Fagioli
«Impadronisciti del mistero che Dio ha messo nel vino e avrai ai tuoi piedi il mondo».
Il vino “futurista”.
Umberto Notari in L’arte di bere non parla di vino solo come bevanda, ma vi addensa attorno tutto un mondo, in senso ampio molto élitario, che poi si sforza di esplorare attraverso tutti i passaggi culturali, economici, sociali, e morali.
Il vino, consumato con moderazione e consapevolezza, è un elemento positivo e benefico. Rappresenta non solo un piacere sensoriale, ma anche un legame con la tradizione, la cultura, la terra. È un simbolo antico ma vivo, in contrasto con la freddezza e l’alienazione delle bevande “moderne”.
Prezzo
14,00€
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,200 kg |
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Dimensioni | 15 × 15 × 1,2 cm |
ISBN | 978-88-31286-20-6 |
Pagine: | 132 |
Allestimento | brossura fresata con copertina flessibile |
Recensioni
«Un libro che racconta il momento attuale del vino meglio di qualsiasi saggio contemporaneo e che propone di investire in enoturismo, nella semplificazione del linguaggio e nella qualità della comunicazione che lo riguarda. Più che un testo degli anni Trenta sembra il programma di un master dei giorni di oggi… Leggere opere di questo livello aiuta a contestualizzare la cosiddetta crisi del vino, a non farsi prendere dal panico e a capire che anche quando tutto sembra perduto, la virtù salda e le idee chiare aiutano ad uscire da ogni situazione».
«Nel novembre del 1933 uno straordinario tascabile apparve sugli scaffali delle librerie e delle edicole italiane: L’arte di bere -saggio di economia a romanzo- in cui l’autore Umberto Notari affrontava le origini di quella che molti contemporanei consideravano l’incipiente “crisi del vino” del paese, proponendone anche varie soluzioni. “Gli uomini non bevono più vino” si lamenta il protagonista della storia, il marchese Olinto Baglia, con un gruppo di suoi conoscenti […]» in Bacchus among the Blackshirts: Wine Making, Consumerism and Identity in Fascist Italy, 1919–1937».